Tagliata l’assistenza a mio figlio disabile: la storia di Andrea

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Andrea, nome di fantasia, è un ragazzo di 25 anni affetto da distrofia muscolare. Fino a poche settimane fa, ha fruito di 12 ore settimanali di assistenza domiciliare diretta per svolgere le normali attività della vita quotidiana. Di recente, il Comune di Genzano gli  ha comunicato che – per esigenze di bilancio – potrà garantirgli il servizio solo per 5 ore a settimana.

 
Andrea è un ragazzo con tanti interessi – mi racconta la madre nell’ambito di una consulenza presso Avvocato del Cittadinotagliargli ore di assistenza vuol dire negargli la possibilità di uscire di casa, di coltivare le sue passioni: io lavoro, sono da sola e non ho la possibilità di pagare un operatore per lui che lo segua tutto il giorno. Se avessi i soldi, non chiederei aiuto al comune, farei da sola. Il problema è che io non so come fare, le istituzioni mi lasciano sola, lasciano me e mio figlio davanti al dolore, alla constatazione che siamo invisibili allo Stato e che anzi, siamo solo un problema. Mio figlio potrebbe essere una risorsa, ha interessi, partecipa alle attività della cittadina, è sempre i prima linea, ma a nessuno interessa di lui, di noi e del baratro nel quale ci stanno gettando”.

 
Purtroppo, per chi ha una grave disabilità come quella di Andrea, vivere senza un’adeguata assistenza è impossibile. Ad Avvocato del Cittadino riceviamo costantemente richieste di aiuto di persone disabili o dei loro famigliari che ci raccontano l’inferno che si vive quando si è impossibilitati a muoversi , quando si ha bisogno di aiuto anche per scartare una caramella.

 

Le famiglie vengono lasciate da sole, e chi non ha soldi o persone care che hanno la possibilità,h24, di occuparsi delle esigenze delle persone con handicap si trova davanti ad insormontabili difficoltà: sempre più spesso, chi viene abbandonato a sé stesso e non riesce ad avere la possibilità di integrarsi, lavorare, uscire di casa si ammala di depressione  o soffre disturbi di ansia

 
Negare l’assistenza domiciliare ad una persona con disabilità grave è una discriminazione. La richiesta di aumento di budget da destinare a chi ha più bisogno passa per l’analisi del caso specifico: se il Comune dichiara di non avere abbastanza fondi per garantire alla persona con disabilità un aiuto adeguato, sta al giudice valutare la proposta del singolo e, in caso, garantirgli il diritto al livello essenziale di assistenza. La strada non è semplice e soprattutto per chi non ha risorse economiche sufficienti non è semplice pagare degli avvocati per richiedere giudizialmente la revisione dei budget per l’assistenza indiretta o diretta. L’importante è non arrendersi e cercare di affrontare la battaglia collettivamente: le famiglie coinvolte da un stesso problema possono unire le loro forze ed affrontare insieme situazioni ingiuste. Avvocato del Cittadino è da sempre attiva con azioni collettive ed accoglie proposte o segnalazioni che è possibile inviare a info@avvocatodelcittadino.com (c.a. blog avv Astolfi) per  .

 
Per una consulenza con l’associazione, il numero da chiamare per gli appuntamenti è lo 06.45433408

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